Lo sport è un momento di crescita per chiunque: misurarsi con i propri limiti imparando a mettersi in gioco, lavorare per un obiettivo, affrontare la competizione con lealtà e rispetto, sono tutte caratteristiche che ne fanno un’esperienza profonda per chi ne prende parte. Così è stato anche per i tre giovani sportivi dell’Istituto Serafico di Assisi, centro di eccellenza per l’assistenza a ragazzi con disabilità gravi e gravissime. Alessandro Brancale, Ciprian Gugiuman e Ivan Santaniello, hanno partecipato infatti ai XXXVII giochi estivi Special Olympics di Torino, in programma fino al prossimo 9 giugno, e che coinvolgono oltre 3mila atleti provenienti da tutta Italia. Una manifestazione che si pone, per numero di partecipanti e di discipline, come il più grande evento sportivo nazionale dedicato a persone con disabilità intellettive.
Brancale ha partecipato nei 110 metri a ostacoli e nella sua specialità principale, il salto in alto, di cui è il campione italiano in carica con il record di 1,42 metri conquistando, anche in questa nuova edizione, pin entrambe le gare il gradino più alto del podio. Gugiuman ha preso parte ai 50 metri e al lancio del vortex, dove è arrivato terzo nella sesta divisione, mentre Santaniello ha partecipato al lancio della pallina, conquistando un secondo posto in divisione M8, e anche lui ai 50 metri. (Continua dopo la foto)
Le gare della Special Olympics di Torino, tuttavia, sono solo il culmine di un percorso articolato e profondo, importante anche sul piano umano oltre a quello riabilitativo: “Le attività che i ragazzi svolgono nell’ambito degli Special Olympics – ha spiegato il tecnico AFA (Attività Fisica Adattata) Daniele Gullia – oltre a un allenamento di tipo atletico, utile per la loro riabilitazione fisica e posturale, permettono anche di sviluppare importanti aspetti relazionali e di socializzazione. In primo luogo imparano a rispettare regole e turni. Inoltre, partecipare alle gare, permette loro di confrontarsi tra pari per migliorarsi e superare il senso di frustrazione; questo perché ogni atleta partecipa alle competizioni sapendo di poter arrivare primo e di gareggiare alla pari con tutti gli altri”.
Per i tre ragazzi ‘serafici’ tutto è iniziato con la scelta della disciplina in base alle loro caratteristiche fisiche e alle proprie preferenze, proprio come avviene per qualsiasi atleta. Poi è cominciata la preparazione atletica, per la quale è stato approntato un progetto individuale e personalizzato che ha coinvolto specialisti di un’equipe multidisciplinare. Un ruolo speciale, oltre a quello prettamente fisico, è stato svolto da quell’empatia che si è creata nel corso del tempo tra ragazzi ed educatori, che propongono allenamenti e prove come in un gioco, da vivere sempre in modo divertente e positivo.
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