Gli era stata sospesa la licenza di taxi perché applicava le tariffe delle corse il doppio rispetto al previsto. Per questo l’uomo aveva fatto ricorso contro il Comune di Assisi, ma lo ha perso. La notizia è riportata da Perugia Today.
Secondo le accuse, l’uomo avrebbe praticato “l’applicazione di un corrispettivo di € 3,15 per mille metri, anziché di € 1,67 (1000/30*0,05) con una maggiorazione di circa + 88% e quindi il mancato rispetto della tariffa vigente stabilita con DGC 92/2012 di € 0,05 per ogni 30 metri”. Il tutto è nato dall’esposto di un cliente, in seguito al quale la polizia locale ha verificato non solo la tariffazione sbagliata ma anche che il tassista era effettivamente in servizio nel giorno ‘incriminato’ nonostante l’uomo avesse sostenuto il contrario.
A questo punto, nel corso di una seconda verifica sul taxi, l’uomo ha sostenuto di aver fatto esaminare il tassametro, con annesso ‘richiamo ufficiale’ alla casa produttrice. Ma la polizia locale ha verificato il corretto funzionamento dello strumento e il Comune di Assisi ha sospeso la licenza. I giudici del Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria hanno sottolineato come l’uomo fosse parcheggiato nella zona della stazione di Santa Maria degli Angeli e con l’insegna taxi visibile, e che della corsa ‘incriminata’ è stata fatta anche una ricevuta di pagamento di circa 11 euro. A pesare inoltre il fatto che non fosse il tassametro a essere incriminato, bensì la corsa salata di quasi il doppio rispetto alle tariffe comunali. Il ricorso è stato rigettato e il tassista condannato a pagare le spese processuali.
(Nota: l’articolo che inizialmente parlava di revoca è stato corretto in data 16 marzo 2023 dopo la precisazione dei tassisti assisani reperibile a questo link)
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