Tutto pronto in città per la Festa del Voto 2020, che si terrà in forma ridotta ma pur sempre significativa per ricordare il miracolo con cui Santa Chiara salvò il monastero di san Damiano e tutta la città di Assisi dalle minacce delle truppe saracene grazie alla potente preghiera di intercessione di quella che allora era ‘solo’ Chiara degli Offreducci.
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Il 22 giugno si parte alle 5,45 il suono delle Chiarine di Assisi, alle 6 il suono a festa della Campana delle Laudi e delle altre campane della città per ricordare la liberazione di Assisi dall’assalto dei Saraceni. Alle ore 20,30 in piazza S. Rufino la partenza del corteo religioso, che si unirà, in piazza del Comune, a quello civile. Quest’anno il cerimoniale della Festa del Voto 2020 cambia, e gli eventi di Piazza del Comune e di San Damiano saranno concentrati in Piazza Santa Chiara. Alle 20.45 il saluto delle Clarisse e l’omaggio floreale dell’amministrazione comunale, l’offerta dei ceri e dell’incenso da parte del sindaco alla Santa, la celebrazione di Compieta, l’esortazione del vescovo e il saluto del ministro provinciale dei Frati Minori dell’Umbria, oltre alla lettura dell’ordinanza del consiglio comunale con cui il 26 maggio 1644 venne istituita la “Festa del Voto”. Al termine delle celebrazioni una rappresentanza delle autorità civili e religiose si recherà a San Damiano per una preghiera di intercessione, e la città sarà, come tradizione, illuminata dalle fiaccole dell’Ente Calendimaggio.
La Festa del Voto 2020, reintrodotta dal 1933 da Arnaldo Fortini, prende spunto dalla “Leggenda di Santa Chiara” narrata nelle Fonti Francescane, secondo cui “Vitale d’Aversa guidò il suo esercito contro Assisi. (…) Quando lo venne a sapere Chiara, serva di Cristo, disse: ‘Da questa città riceviamo ogni giorno molti beni, carissime figlie: sarebbe grande empietà non portarle soccorso, come possiamo, ora che è il momento opportuno’. Cospargendo il suo capo e quello delle sorelle, disse: ‘Andate dal Signore nostro e domandategli con tutto il cuore la liberazione della città’. Grazie a Dio (…) disperso l’esercito, anche quell’uomo superbo è costretto ad andarsene”.
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