(Flavia Pagliochini, Stefano Berti) Torna inStudio per Assisi News: ospite l’attore assisano Alfiero Toppetti, protagonista di una straordinaria carriera tra televisione e cinema. Assisi News inStudio è un format a ‘puntate’, dedicate ad attualità, economia, politica, sport, cultura, eventi e manifestazioni.Un mini programma tv, con ospiti in studio i rappresentanti delle realtà cittadine, laiche e religiose e ovviamente istituzionali, registrate direttamente nella sede aziendale della F.lli Berti Comunicazione e Design s.n.c., per arricchire ancora di più l’ampia offerta dedicata all’informazione territoriale e non solo. Le domande e il coordinamento editoriale sono di Stefano Berti e Flavia Pagliochini. Immagini e montaggio: Federico Baglioni. Assistente di studio: Alessio Barbanera. Grafica, coordinamento tecnico e produzione: bertidesign. Ricordiamo che il testo dopo il video è una sintesi fedele ma non una trascrizione integrale dell’intervista. (Continua dopo il video)
Come si arriva da Assisi a Domenica In? È una domanda che per Alfiero Toppetti dà il la a una lunga risposta: “Il passo per me è stato breve, sono stato fortunato e non bravo. In questo lavoro ci vuole molta fortuna, la bravura non so se c’è ma la fortuna deve essere a portata di mano. E io – racconta l’attore – ho avuto la fortuna di incontrare Pupi Avati a Primo piano sull’autore, una rassegna ultra-ventennale. Mi chiamò una televisione di Perugia per chiedermi di coprire l’evento. Eravamo insieme a Rai e Radio Subasio e dovevo intervistarlo all’hotel Subasio, era insieme a Elena Sofia Ricci e Gianni Gavina che mi chiese di intervistare prima di lui. Mi ero preparato tre domande anche grazie a un articolo di giornale in cui dicevano che faceva bei film che costavano poco. E una delle domande fu appunto questa… ho il foglietto ancora a casa. Dopo le tre domande mi ha salutato,v poi mentre portavamo via le cose mi ha chiesto il mio indirizzo. “Perché?”, gli ho chiesto. E lui mi ha detto che era interessato a chiamarmi…”.
Ed effettivamente, come in una favola, Pupi Avati ha davvero chiamato Alfiero Toppetti, che pensava a uno scherzo: “Mi ha chiamato dopo 5-6 mesi, ma mi aveva anticipato che avrebbe potuto lavorare a un programma estivo per la Rai. Ad aprile poi venne a girare un film a Todi, e una mia amica mi disse di fargli una telefonata…ero un po’ restio, perché pensavo che il foglietto che mi aveva chiesto lo avesse perso già a Terni, e invece… La settimana dopo ero all’Asl a Bastia e mi arrivò una telefonata da Roma. Era Pupi Avati, io pensavo fosse uno scherzo della mia amica e invece era davvero il regista che mi ha offerto di apparire in questo programma cui stava lavorando a Roma anche se io gli avevo spiegato di non saper fare niente. Siamo andati e Francesco Frascarelli, con due ore di ritardo… io mi vergognavo come un cane, non volevo neanche andare. Alla fine siamo entrati… e da lì siamo andati al Bandiera Gialla di Rimini, con cui comincia ufficialmente la mia carriera“.
Una carriera che si è incrociata anche con quella di Raffaella Carrà, artefice del successo di Alfiero Toppetti: “ Mentre eravamo al Bandiera Gialla venne Raffaella a trovare Pupi Avati, io l’avevo vista dai giornali e anche in quell’occasione non l’abbiamo vista. Il lunedì il tecnico della telecamera a spalla che era di Norcia-Cascia, Vincenzo, che ringrazio sempre per il suo aiuto, mi ha detto che Raffaella aveva detto a Pupi Avati che se avesse fatto Domenica In mi avrebbe voluto con lei“. Un’esperienza che Toppetti definisce “Eccezionale! Anche a lei ho detto che non sapevo fare nulla, che Pupi Avati ci aveva insegnato tutto, ma Raffaella mi ha tranquillizzato e mi ha chiesto di fare un patto: debbo molto alla Carrà, mi ha tenuto a Roma sei mesi. Ho avuto questa grande fortuna di vedere come si prepara e si organizza un programma“. Dalla tv ai film per la tv e poi al cinema, il passo è stato breve e anche qui Alfiero Toppetti rende merito alla fortuna: “Non conoscevo nessuno, ad esempio Corbucci venne a presentare un suo film e ad un certo punto Raffaella si alzò e se ne andò perché l’avevano chiamata dietro le quinte … io dovevo condurre il programma, ma che potevo fare? C’era il pubblico e così cominciai a chiedere alla gente da dove veniva… e ad un certo punto vidi Raffaella vicino alla telecamera a dirmi ‘Bravo, bravo’. E fu uno scherzo di Corbucci, che mi disse: farò un film, Roba da ricchi, con Renato Pozzetto e Francesca Dellera e ti farò fare la parte del principe“.
Un film in cui non sono mancati scherzi e risate: “Durante le riprese del film, nella scena in cui io e la Dellera ci dovevamo sposare, Pozzetto che interpretava il prete mise una mano sotto l’altare e mi tirò una pizza in faccia… ero tutto sporco e Corbucci era arrabbiato ma risero tutti. Anche Abatantuono fu carino durante le riprese de Gli amici del bar Margherita, tutta la settimana mandò l’autista con la macchina e mi portava a cena con lui. Non posso non citare Giancarlo Giannini, è stato un grande nei miei confronti: udendo il suo nome feci un grande sospiro e Pupi Avati mi chiese se non volevo apparire nel film, ma no: era per me una grande emozione lavorare con un così grande artista. E la scena che facciamo nel film al cimitero, al Festival di Nizza ha preso due o tre minuti di applausi e Avati mi chiamò a mezzanotte per farmi sentire il pubblico che applaudiva“.
Tra gli ultimi lavori di Alfiero Toppetti la produzione Netflix I due Papi, con il premio Oscar Anthony Hopkins: “Un premio Oscar di una gentilezza unica, ogni fine scena ti veniva a dare la mano e a dire ‘Ci vediamo domani’. Sono contento di essere finito anche sul NY Times: c’era un giornalista americano e quando gli ho detto che ero di Assisi secondo me si è incuriosito e dopo poco tempo è apparsa la mia foto sul NY Times“. La vita di Toppetti è raccontata anche in un libro, Una spalla per amico, di Sandro Allegrini, che l’attore ringrazia per aver scritto le sue memorie: “Io parlavo e lui scriveva, ma ribadisco di essere stato più fortunato che bravo e la gente con me è sempre molto buona. Raffaella diceva: vedrai che nel tempo tutti ti chiameranno ‘Toppetti’ quando ti incontrano“. E l’intervista si chiude con due domande: c’è qualcosa che vorrebbe ancora fare, un sogno nel cassetto? “Sarei sfacciato se pensassi che mi manca qualcosa, chi lo avrebbe mai pensato che avrei avuto questa carriera conoscendo tanti personaggi dello spettacolo? Non vorrei stare a casa senza fare niente…“. E ai giovani dà un consiglio: “Insieme alla fortuna ci vuole anche la ‘facciaccia’ che buca lo schermo e la capacità di sbagliare facendosi perdonare dalla gente“.
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