Il Calendimaggio 2018 di Assisi è di Parte de Sopra: è infatti blu il fazzoletto tirato fuori dal Maestro de Campo Giuseppe Marini. La Nobilissima rialza così la testa dopo la ‘sberla’ della sconfitta per 3-0 l’anno scorso, vincendo questa edizione 2018 per 2-1. I ‘blu’ si sono aggiudicati i punti del settore spettacolo e del settore storico, ai ‘rossi’ il punto del settore musicale.
La preferenza di Michele Josia, al Calendimaggio Assisi 2018, va ai musicisti e ai cantori di Parte de Sotto: per la Maestra Gabriella Rossi è l’undicesimo sigillo di fila sotto undici giurati differenti. Rispetto agli altri anni, la Nobilissima si avvicina (contrariamente agli anni precedenti appaiono più “buoni” e persino degli “ottimi”), mentre la Magnifica (che rimane complessivamente ottima con punte di eccellenza), registra anche qualche “intonazione altalenante”, anche a causa di brani “un po’ impegnativi”.
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A ribaltare il verdetto del Calendimaggio 2018 di Assisi sono il giurato dello spettacolo e lo storico: per quanto riguarda lo spettacolo, Giacomo Campiotti dice Nobilissima perché nel corteo della sera della Magnifica, seppur “ricco di immagini folgoranti e di una sapiente messa in scena”, il regista non è “riuscito a seguire il nesso, vivendo quindi solamente un’emozione estetica”. Nel corteo del giorno invece, secondo il giurato, Parte de Sotto “è riuscita a mettere “il vostro grande talento visionario e di messa in scena al servizio di una bellissima storia chiara ed emozionante”. Il corteo notturno dei de Sopra, invece, “dopo un inizio un po’ lento, mi ha coinvolto ed emozionato, rivivendo l’eterna lotta amorosa tra il Sole e la Luna e tutto quello che rappresentano”, con una “bellissima e magica rappresentazione”. Il corteo del giorno, invece, ha convinto Campiotti meno di quello della parte avversa, pur trovandolo “meno intenso ed ispirato”.
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Per quanto riguarda le scene di Parte, il regista ritiene che la storia de Sotto, “dopo un inizio fulminante e geniale (il carro) diventa un po’ episodica e si stempera in molte situazioni, godibili ma un po’ didattiche e meno coinvolgenti, il tutto a scapito della storia principale, che ritorna con emozione solo verso il finale”. Per la Magnifica, Campiotti parla di una “bellissima energia, spirito di gruppo, sicurezza di idee e talento forse troppo esuberante, nel tentativo di raccontare il più possibile. Ho assistito – conclude il giudizio per i de Sotto – a un bellissimo spettacolo da spettatore”. Il giudizio per la Parte de Sopra alle scene del Calendimaggio 2018 di Assisi vede invece il regista scoprire “Ascesi seguendo i personaggi di questa storia passo dopo passo, partecipando con emozione e stupore a tutte le scene dai diversi colori, lugubri, sensuali, sanguigni, in un crescendo di emozione e tensione, frutto di una sceneggiatura avvincente e mai banale, una regia sobria ma efficace”.
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Anche lo storico Paolo Pirillo preferisce la Nobilissima, che nel corteo notturno fornisce un’efficace lettura di una festa rinascimentale”, con il dualismo sole-luna “utilizzato nelle valenze simboliche della cultura dell’epoca”, mentre nel diurno c’è una “convincente sintetizzazione del topos del giovane astuto e burlone” (ma dal cuore buono) “che viene proposta con una efficace lettura di episodi tratti dalla letteratura romanza”. La Magnifica, invece, nel notturno cerca continuamente “effetti scenici di grande intensità in un medioevo onirico declinato in quadri di forte impatto emotivo sullo sfondo di un’attenta lettura del testo dantesco”, anche se “forse è troppo forte l’accento sul tema della morte”. Nel diurno, lo storico nota invece una “sapiente scelta” dell’accompagnamento musicale, “per un viaggio iniziatico nella dimensione ‘selva’. Ottima ma libera – scrive tra l’altro Pirillo – la messa in scena dei tre ordini, declinata per le finalità del racconto”.
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Per quanto riguarda le scene del Calendimaggio 2018 di Assisi, lo storico definisce “ottima l’ambientazione di Parte de Sopra, con diversificazione delle tipologie economiche, sociali e culturali, opportuna diversificazione merceologica dei mercanti e un’articolazione della vicenda ben amalgamata pur nella sua complessità e lunghezza. Le figure di spicco – sottolinea il professore – presentano contorni ben definiti sul piano storico e le scene hanno saputo coniugare con misura, tempi e gusto un medioevo onirico con la solida e fondata conoscenza del percorso”. Per quanto riguarda la Magnifica, le scene presentano uno “sfruttamento efficace del contesto e ottima soluzione del trasferimento sul carro con passaggio ad altra dimensione storica” e “apprezzabile contestualizzazione socio politica”, con “quadri specifici su singole attività e momenti giuridico istituzionali” che però spezzano la storia ben avviata all’inizio. La concentrazione del ciclo della lana in un solo edificio attribuibile ad esigenze di spazio, tradisce il sistema medioevale di putting out system (il subappalto, ndr) e toni troppo didascalici frenano il racconto. Buono l’uso lessicale – conclude Pirillo – con qualche interiezione moderna”.
Foto © Mauro Berti e R.E. / © Roberto Berti
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