(Stefano Berti) Ospedale di Assisi, ancora (e solo) colpi di teatro, e poco più. Ma quando la finiranno di “giocare” con la struttura ospedaliera della città Serafica un tempo fiore all’occhiello non solo di Assisi ma dell’Umbria e oltre? Sull’ospedale di Assisi, si continua a non fare. Solo parole inutili e progetti ad oggi non chiari. E la politica continua ad essere lontanissima anni luce dai bisogni reali degli utenti che dovrebbero usufruire dei servizi della struttura. Le ultime due notizie in ordine di tempo: il ministro Speranza – che nemmeno sa dove l’ospedale è situato in città – messo a conoscenza di una problematica annosa. E mentre sarebbe pronto il nuovo primario di medicina, i bene informati dicono che il sanitario designato quale direttore di Medicina della struttura di Assisi sarebbe vicinissimo all’età della pensione, quindi una soluzione ponte di pochi mesi (aggiornamento delle 13: come da precisazione arrivata alla redazione di AssisiNews, che ovviamente rettifica, in realtà il primario vincitore del concorso avrebbe ancora 7-8 anni di carriera). Un primario designato per una struttura che ha carenze (anche) nel personale medico risolverà quale dei tanti problemi? Se lo chiedono in troppi, e ce lo chiediamo anche noi.
Sicuramente irrituale e davvero singolare che un sindaco, Stefania Proietti per l’appunto, parli con un ministro (così all’improvviso) laddove la competenza è della Regione che legifera sul tema, e se forse potrebbe essere una mezza verità che la campagna elettorale andrebbe accantonata, è anche vero che lo stesso capogruppo della Lega in consiglio regionale Stefano Pastorelli continua a mandare note stampa al solo scopo pubblicitario e con un occhio – anch’esso – alla campagna elettorale, e che a parte un attacco politico al sindaco stesso (non il primo, il botta è risposta fra le parti politiche e i “partiti” di appartenenza è continuo e – sinceramente – oltre che spesso banale ha davvero stancato), nessuna risposta è arrivata “nel merito” sulla denuncia che l’ospedale di Assisi sia “insicuro” per i cittadini e per chi frequenta la città che dovrebbe o potrebbe usufruirne, con presenze anche turistiche – finalmente – in crescita in quello che si spera sia un post-pandemia imminente. Insomma, tante chiacchiere – con il “classico costante” sul rinvangare quanto non fatto in passato (quando – e tanti lo sanno – bisognerebbe pensare al presente e al futuro, perché chi governa adesso è stato eletto per questo, almeno sulla carta), zero fatti. Da tutte le politiche parti. Come sempre.
Fra comitati cittadini – un po’ troppo politici e poco cittadini – problemi irrisolti, troppe parole, selfie, e troppi comunicati rigorosamente con foto propria allegata, poco si fa oltre a parlare. Nemmeno a dire che si potrebbe parlarne davanti a un caffè, con tranquillità, con più serenità e più coraggio, comprendendone le difficoltà e le carenze proprio sul posto, visto che anche il bar dell’ospedale di Assisi è da troppi mesi ormai una chimera, ad oggi ancora chiuso, desolatamente abbandonato (e impolverato). Che tristezza! Lo specchio di una realtà decadente, lasciata lì ad “ammuffire” sparlandoci sopra. Sì, perché la politica parla. Parla. Parla. Niente fa e parla. Fa a gara sulle colpe. Parla ancora e poi riparla. Senza argomenti concreti. Senza un nulla di fatto. Vantandosi di là. Vantandosi di qua. E intanto quello che era un’eccellenza rischia di diventare solo un ricordo, e nulla di più. In un declino che va avanti da anni, di cui tutti si riempiono la bocca, senza dare MAI risposte concrete.
© Riproduzione riservata

