Non si ferma la mobilitazione dei residenti contro le Fonderie di Assisi, nuovo nome della ex Tacconi. “Nel periodo di Carnevale a S. Maria degli Angeli le ‘mascherine’ sono d’obbligo. Monitorare le polveri dovrebbe essere meno complicato di monitorare i virus, o no? Le colline ‘nere’ non sono una notizia falsa (una fake news), non è che ci contraddirete! Sono lì a fare bella mostra di sé con sullo sfondo il Patrimonio dell’Umanità! I turisti della città del santo Patrono dell’Ecologia hanno un’attrazione in più!”, si legge in una breve nota del comitato dei residenti della zona.
Come noto, dopo la mobilitazione dei cittadini per “problemi di natura ambientale e di presunti danni alla salute dei residenti in un’area dove insiste l’insediamento produttivo industriale”, è stato istituito un tavolo tecnico al termine del quale è stato creato un protocollo per il monitoraggio ambientale e sanitario alle Fonderie di Assisi.
Obiettivo, a prescindere dall’esito dei controlli attuati dai diversi organismi di vigilanza già chiamati in causa, favorire risposte maggiormente esaustive alle apprensioni espresse dai cittadini sui possibili rischi connessi alle attività svolte dall’opificio che in Umbria impiega 350 addetti con un indotto di altrettanti.
La scelta della giunta – si leggeva in un comunicato dell’epoca – è stata quella di ispirarsi a principi di massima partecipazione e trasparenza proponendo il tavolo tecnico (alla presenza dei comuni di Assisi e Cannara, dell’Arpa e della Usl e di entri enti e associazioni che tutelano la salute, ma anche di cittadini e ovviamente della stessa Tacconi) dove, accanto ai soggetti istituzionali preposti agli approfondimenti tecnico-ambientali e di salute, fosse garantita la presenza anche dei rappresentati dei soggetti portatori di interesse collettivo e della stessa azienda chiamata in causa.
Scopo del protocollo di intesa è quello di “definire i passi attuativi di un intervento tecnico conoscitivo che, attraverso procedure condivise, consenta di chiarire con il dovuto dettaglio tecnico le questioni ambientali e di salute proposte dai cittadini e dare quindi risposte alle istanze di conoscenza”. Ma evidentemente ai cittadini non basta.
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