AssisiNews riceve e pubblica ampi stralci di una missiva dalla persona che, qualche mese fa, ha parcheggiato in Piazza del Comune e compiuto manovre scorrette, sempre nel centro di Assisi; la donna è stata rintracciata e multata dalla Polizia municipale nei giorni scorsi, e ha scritto alla nostra redazione.
Carissimi cittadini di Assisi,
ho saputo delle due multe fatte dai vigili di Assisi per la mia sosta in zona vietata. Naturalmente ho onorato la contravvenzione in quanto pur essendo autorizzata a entrare in zone a traffico limitato essendo titolare di permesso per invalidi, non dovevo parcheggiare in zona vietata ed è vero come ipotizzato da alcuni cittadini che ho sostato per il tempo di un pranzo… ma vi voglio raccontare perché sono stata tanto avventata e perché il mio legame con Assisi mi ha portato ad trasferirmi in una casetta a 18 km di distanza.
Ecco la storia. Nel Natale 1989 mia figlia Irene di quasi sette anni era in chemioterapia da un anno per un tumore (linfoma N.H.). Noi genitori io 34 anni e mio marito 36 avevamo intrapreso una lotta feroce contro la malattia con una forza che non avremmo mai immaginato di avere: la serenità. Quel Natale ci rifugiammo ad Assisi, in un hotel del centro. Da quella volta, ogni anno, il tavolo vicino al camino era prenotato da noi. Irene guarì dal tumore, ma le terapie furono devastanti per una bambina tanto piccola. Il suo cuore, i suoi reni e la sua vescica erano distrutte. Con due tubicini infilati nei reni dopo tre anni (Natale sempre ad Assisi) rischiava di morire per le infezioni. Il prof. Carini di Perugia, tuttora primario di urologia adulti a Firenze decise di inviarci in Francia unica speranza per Irene era la ricostruzione di una vescica e poteva essere fatta solo alla Timone di Marsiglia.
Nel 1992 Irene ebbe la sua neovescica e nel 1994 con un doppio trapianto ebbe sempre a Marsiglia in dono un cuore e un rene. Irene è vissuta venti anni dopo quel trapianto. Come tutti i trapiantati con tanti problemi e dolore per quella vescica che non era il massimo, ma che le aveva consentito di vivere ancora un pò. Irene ha studiato, lavorato anche se come invalida e ha scritto anche un libro, che parla di Assisi. Nel 2013 in quella vescica c’è venuto un nuovo tumore (succede nei trapiantati per i farmaci antirigetto) . Nuovi interventi e nuove terapie. Nel dicembre 2014 (avevamo comprato un camper con l’aiuto della gente per i suoi spostamenti all’estero) volle venire ad Assisi… io le dissi che non stava bene che dovevamo andare il ospedale.
La sua risposta fu perentoria MAMMA NON METTERTI NEL MEZZO TRA ME E QUESTA VACANZA… IO DEVO ANDARE.
Il giorno della festa della Madonna eravamo ad Assisi… Non finì il suo pranzo… dovemmo ricoverarla nel vostro piccolo ospedale. La sera stessa la trasferiamo a Pontedera, l’ospedale vicino a dove era la nostra casa. Il 15 dicembre 2014 ci ha lasciato per sempre. Nel giugno del 2019 siamo venuti ad abitare dalle vostre parti. Ma solo il 14 ottobre abbiamo avuto la forza di tornare ad Assisi… per la prima volta senza di lei.
Grazie alla vostra denuncia per la nostra imprudenza, abbiamo avuto la possibilità di parlarvi di Irene. Starei ore a parlare di lei, del suo sorriso, del suo libro, del fatto che andasse nelle scuole a parlare ai ragazzi contro la droga, del suo coraggio e delle sue ultime parole: “Mamma se mi succede qualcosa, non fare tragedie perché mi tradiresti… prenditi una casa in campagna e circondati di animali…” Eccomi… sono qua a 18 km da voi…
E vi abbraccio tutti,
con affetto,
Mamma Donella
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